Ho iniziato a lavorare su Medea nel 1990, su suggerimento di Anne Laure Poulain che avevo incontrato lavorando con Carmelo Bene alla Biennale di Venezia (Teatro), ma non sono riuscito a raggiungere la versione definitiva fino al 2002.
Il testo si compone quasi completamente delle Argonautiche di Apollonio Rodio e della Medea di Seneca, che ho sempre preferito a quella di Euripide; la parte finale è tratta da una poesie di Carmelo Bene pubblicata nella raccolta Mal de' Fiori.
Questo non ha comunque comportato grandi cambiamenti al soggetto originale: Medea, creatura selvaggia e antica, più divina che umana, segue Giasone per amore, dimenticando le proprie origini e abbandonando la propria terra. Il dolore per il successivo tradimento di Giasone la riporterà alla sua natura, di cui la terribile vendetta è solo un'epifania. Lucia Ferrati ne dette una interpretazione memorabile.
Quando chiesi a Marco Facondini di renderizzare i vocali di tutti i personaggi, comprese quelli maschili, a partire dalla voce di Lucia non mi nascose la sua perplessità.
In quel periodo il mondo dell'audio digitale aveva fatto grandi progressi, ma non aveva ancora raggiunto le possibilità espressive di cui disponiamo oggi. Ma Marco amava le sfide e in un paio di mesi elaborammo un metodo per distillare dalla voce di Lucia un Giasone perfetto. Non avendo la forza tecnologica di moltiplicare il risultato ottenuto per tutti i personaggi, ridussi il testo alle parti dei soli Giasone e Medea. Questa è la registrazione audio completa, eseguita la sera della prima (l’ascolto in cuffia è vivamente consigliato). È in formato video perché era stata originariamente preparata per una distribuzione via YouTube, ma, a parte i titoli di testa, non contiene alcuna immagine.
I passi di Giasone e i suoni d'acqua e metallo in cui si dissolve la voce di Medea sono stati ottenuti dai campioni audio che avevamo realizzato in Biennale con Carmelo Bene, giocando con i primi campionatori di cui potemmo disporre.
Il debutto avvenne a Cortona nel 2002, al Teatro "Capannone", grazie alla produzione di Machine de Théâtre, che in quegli anni era sia compagnia teatrale che forza produttiva, composta da Mira e Marco Andriolo e Galatea Ranzi.


















Il programma di sala conteneva un testo introduttivo di Quirino Principe, cui sarò per sempre grato per la cortesia e la generosità e che potete leggere in questo post.