Identità sconosciuta
Un little guilty pleasure cui non riesco a rinunciare
Identità sconosciuta di Patricia Cornwell
Giudizio: 4 su 5 stelle
Lo so, lo so... sono solo patatine per il cervello. Un little guilty pleasure paragonabile solo alla serie di SAS di Gérard de Villiers Ma nei confronti di Patricia Cornwell sono totalmente acritico.
Adoro la sua famiglia scombinata e disfunzionale e se esce un nuovo volume devo leggerlo.
Questo continua la curvatura verso il thriller tecnologico che trame e personaggi hanno preso da almeno tre uscite. Per certi aspetti, è forse il migliore del "nuovo corso". I personaggi invecchiano e sbagliano. Certe passioni paiono intiepidirsi e come avviene a chiunque invecchi, la nostalgia per i tempi passati la fa da padrona.
Per il resto ha tutti i pochi pregi e tanti difetti di ogni scritto della Cornwell che, come la sigaretta di Wilde, è il piacere perfetto perché lascia perfettamente insoddisfatti.
Giudizio critico, serio e competente? Una stella e mezza, ad essere generosi.
Giudizio personale? Quattro stelle, sempre e a prescindere, e occasionalmente cinque.
Anche se certe uscite della serie sono state dure da digerire persino per me, è un successo mondiale e qualche merito deve pur averlo...
Questa puntata si legge bene ed è breve. Un solo rammarico: nei volumi precedenti, leggere alcuni ragionamenti di Lucy e Benton mi faceva diventare più intelligente. Qui invece, alcune scelte sono state tenute un po' troppo dietro le quinte. In compenso, i personaggi si sono evoluti e funziona comunque.
Ormai Kay, Dorothy, Marino, Lucy e Benton sono amici di famiglia. Natale senza di loro, non è Natale.
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